Gaza: Garnier fa un passo indietro dopo le campagne di boicottaggio di BDS

bdsRicordate l’episodio della scorsa settimana in cui Garnier aveva inviato cosmetici in Israele? E ricordate la risposta ecopunk del Gel Doposole autoprodotto? Ritorno dalle vacanze con una notizia positiva. Garnier, l’azienda di cosmetici a cui fa capo il colosso L’Oréal, si è scusata e si è detta profondamente rammaricata per il pacco omaggio con shampoo, balsamo e make-up, inviato alle soldatesse israeliane. Scuse non arrivate a caso, ma in seguito alla minaccia di una pesante campagna di boicottaggio da parte del BDS (Boycott, Divestment and Sanction), l’organizzazione che dal 2005 promuove campagne di boicottaggio nel mondo di prodotti israeliani per costringere lo stato ebraico ad adeguarsi alle risoluzioni delle organizzazioni internazionali sulla questione palestinese.

Una campagna che, attraverso la rete, è stata talmente efficace da mettere in allerta le autorità israeliane. Secondo il ministro delle finanze Yair Lapid il successo della campagna rischia di causare un danno incalcolabile all’economia del paese. Solo lo scorso anno, le società che producono nelle colonie israeliane hanno subito perdite per 14milioni di dollari mentre le esportazioni sono scese del 14% in seguito ai molti contratti non rinnovati con aziende israeliane, soprattutto da catene commerciali europee*.

boycott_of_israel_bds_2[1]

La rete del Bds è diventata sempre più fitta, tanto da costringere le multinazionali a stare lontani da Israele per timore di perdere clienti e profitto che, a sua volta, ha peggiorato la situazione approvando lo scorso anno una legge che rende reato le campagne interne di boicottaggio. L’immagine del paese è sempre più simile a quella del sud Africa dell’apartheid: anche nell’arte, sono centinaia gli artisti e i musicisti che non si esibiscono in Israele o che si scagliano apertamente contro la sua politica, tra loro Roger Waters, Pearl Jam, Coldplay, U2 e Bruce Springsteen. Segnali di come anche la musica può essere uno strumento per fare opposizione.

A chi mi chiede se il boicottaggio può cambiare realmente le cose, questo articolo è la risposta a tutti i dubbi, alla noia, all’immobilismo. Boicottate, autoproducete e consumate in maniera critica e forse avremo un mondo più equo e pulito.

——–

APPROFONDIMENTI

Per un ripasso sui prodotti da boicottare, leggi Ripudia una guerra ingiusta, boicotta Israele

Per saperne di più su Roger Waters e Israele, leggi qui

Per conoscere meglio la rete del BDS, clicca su www.bdsItalia.org

 

*Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano